Cronache Bastarde

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#coglioneNO : per il rispetto dei lavori creativi

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Campagna di sensibilizzazione per il rispetto dei lavori creativi
#coglioneNo http://www.zerovideo.net/coglioneno
con
Luca di Giovanni e Niccolò Falsetti

dop Benjamin Maier
sound Lorenzo Schirru
mua Elisabetta La Mattina

per la realizzazione di questi spot nessun creativo è stato pagato
Grazie ad AlessandroAlePerGliAmici Veridiani

Written by Cronache Bastarde

16 gennaio 2014 at 13:08

Precari, arriva uno sciopero: 5 giornate di DE-STABILIZZAZIONE

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30 settembre – 4 ottobre: per la stabilizzazione di tutti i precari!

blog dei precari: http://www.precaristat.blogspot.it
mail: coordinamento.precari.istat@gmail.com

Written by Cronache Bastarde

25 settembre 2013 at 09:08

Generazione trasparente: vite a tempo determinato

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La vita di una generazione si muove a ondate. E’ così da sempre: gli studi, la ricerca di un lavoro, l’amore, i figli. Nessuna di queste fasi, però, è triste come quella che vivono adesso i giovani, miei coetanei. La “generazione trasparente”: l’ha chiamata così Beppe Severgnini, per indicare come la precarietà e la mancanza di prospettive degli under 30 siano tra i problemi più gravi del paese. La campagna elettorale ha largamente ignorato l’argomento, riducendo la politica a un gioco tra vecchi pronti a insultarsi fra loro alla prima occasione utile. I giovani sono i grandi esclusi. Molti miei amici dicono, sbagliando, di non voler nemmeno votare, ma tagliarci fuori è proprio quello che vogliono “loro”: i politicanti over 60 impegnati a contendersi i riflettori per fare ridicole promesse (a noi non ci hanno fatto nemmeno quelle). Dobbiamo tirare fuori la voce. A poche ore dal voto scrivo che non ne posso più di conoscere giovani, educati e laureati, che soffrono come cani per non vedere riconosciuto il valore delle proprie capacità e competenze professionali. E’ così e lo sappiamo tutti, anche se non fa più notizia. L’amico laureato in economia costretto a fare il cameriere a Ponte Milvio per cinque euro l’ora, l’amica quasi trentenne che va nei negozi “compro oro” perché la famiglia ha esaurito le risorse.  Poi ci sono i quasi trentenni ancora alle prese con stage e buoni pasto al posto dello stipendio vero e prorio o, peggio, costretti a lavorare in nero o gratis in attesa che prima o poi esca fuori qualcosa di meglio. Per non parlare delle giovani madri, quelle ragazze con un contratto che scade fra poco e che ovviamente non verrà rinnovato: la gravidanza per una donna è un dono, ma per un’azienda in Italia è un peso.

“I proclami giovanilistici del governo Monti si sono ridotti alla reintroduzione dell’apprendistato e a un’Agenda digitale di difficile applicazione -scrive Severgnini. Il Movimento 5 Stelle propone «un sussidio di disoccupazione garantito», ma non spiega con quali soldi finanziarlo. La destra non parla di giovani e non li candida, per far posto ai pretoriani del capo. Neppure la sinistra, che pure qualche volto nuovo lo presenta, propone misure radicali per i giovani connazionali. Il prestito d’onore, suggerito da Anna Finocchiaro, è un cerotto su una frattura”. Solito spettacolo, soliti discorsi.

La condizione più dolorosa è quella di chi vorrebbe costruirsi un futuro, ma non può. Senza un lavoro non puoi pensare al matrimonio o a fare un figlio, anche se l’istinto ti dice il contrario. Di conseguenza anche l’amore è a tempo determinato: a un certo punto la rabbia e la disoccupazione rovinano ogni cosa e logorano anche le aspettative dei rapporti migliori. Per molti, quindi, l’unica alternativa è pensare all’estero. Trasferirsi, però, significa lasciare gli affetti, la propria città, le proprie radici. Un Paese non può giocarsi un’intera generazione: come sarebbe l’Italia se, di colpo, tutti i giovani se ne andassero? “Un’assunzione, oggi, è un atto di raro eroismo, invece dovrebbe essere un investimento conveniente per tutti”. Con il voto alle porte in tal senso ci aspettavamo almeno qualche proposta, qualche misura politica concreta. Macchè. Nemmeno quello.

“Gli italiani con meno di trent’anni stanno diventando una generazione trasparente. Li attraversiamo con lo sguardo, anche quando diciamo di tenere a loro. Un atteggiamento pericoloso: la frustrazione potrebbe trasformarsi in rabbia e avere conseguenze drammatiche. Le avvisaglie ci sono. Gli spaccatutto non hanno trovato alleati. Per adesso. Ma ne cercano sempre, e le cose potrebbero cambiare”.

Anche la calma può diventare precaria.

Written by Cronache Bastarde

22 febbraio 2013 at 11:19

Orgoglio precario: un cortometraggio serissimo sul mercato del lavoro italiano

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🙂

Written by Cronache Bastarde

26 luglio 2012 at 13:24

La meglio gioventù scende in piazza

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Il 26 Maggio, a Roma, ci sarà una manifestazione contro la precarietà organizzata dal comitato il nostro tempo è adesso. Tante sono le adesioni già raccolte.

Nell’appello che lancia l’inizitiva si legge: “Per noi la precarietà è il messaggio che da vent’anni una classe dirigente ci trasmette: andatevene. Noi vogliamo restare, cambiare le nostre vite e dare un presente al nostro Paese!”. 
Le richieste avanzate sono: un modello di welfare universale; l’istituzione di un reddito minimo fatto di sussidi e servizi; un contratto stabile per il lavoro stabile e diritti fondamentali estesi a tutte le forme di lavoro: l’equo compenso, il diritto universale alla maternità/paternità e alla malattia, i diritti sindacali, il diritto ad una pensione dignitosa, la continuità di reddito nei periodi di non lavoro, la formazione continua.

“Le borse cadono e lo spread vola. Queste le notizie che da mesi leggiamo sui giornali. Insieme allo spread e alle borse però cade una generazione e insieme a lei un paese intero. Dentro la crisi economica vola anche la disoccupazione giovanile ormai oltre il 34%, la precarietà dilaga tra i contratti di lavoro e nella vita di tutti noi.
A tutto questo il Governo ha risposto con politiche di austerity, che oggi deprimono ulteriormente il nostro paese, e con una riforma del Mercato del Lavoro sbandierata come la risposta definitiva alla precarietà, ma che invece non risolve proprio niente perché lascia intatta la giungla delle 46 forme contrattuali; non estende gli ammortizzatori sociali, visto che l’assicurazione per l’impiego lascerà fuori buona parte dei lavoratori precari; non prevede nessuna forma di reddito minimo; scarica l’aumento di costo dei contratti a progetto sulle buste paga dei collaboratori; rappresenta una beffa per le reali partite iva che dovranno pagare di tasca loro l’aumento dei contributi”.

La manifestazione del prossimo 26 Maggio a Roma non riguarda soltanto i giovani.

“E’ la meglio gioventù di oggi che chiede di scendere in piazza anche alla gioventù di ieri: alle proprie madri e ai propri padri. Si è cercato, in questi anni, di dividere i “garantiti” dai “non garantiti”: noi vogliamo unire due generazioni nella difesa dei diritti e nella lotta contro la precarietà, che non è solo un’emergenza del mercato del lavoro, ma il più grande attacco alla democrazia italiana degli ultimi decenni”.

(Nei prossimi giorni ulteriori info sul percorso del corteo: lamegliogioventu.org/ )

Primo Maggio: è qui la Festa?!?!

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Festa del lavoro all’insegna della disoccupazione: il 1° Maggio, siamo realisti, per associazione ci fa pensare inevitabilmente ai migliaia di discoccupati e precari a tempo indeterminato del nostro Paese. Agli stipendi degli italiani consegnati alle tasse con scarsi criteri di equità sociale. Il 1° Maggio ancora di più ci fa pensare alle caste e alla distribuzione anomala della ricchezza, alle pensioni dei parlamentari e al numero triplicato di cittadini che, secondo l’Istat, vivono nelle baracche, nelle tende e nelle roulottes. E’ la festa sfacciata dell’Imu che stanga le famiglie italiane e getta nel panico i più poveri, semplicemente ignorati da un governo di professori che non sembra voler tassare come si deve i grandi patrimoni o impegnarsi, seriamente, nella lotta all’evasione.

Nonostante la crisi, non va sacrificato il senso profondo della festa, dicono i sindacati, poiché c’è in ballo un valore storico e culturale importante che è quello del movimento operaio e delle conquiste economiche e sociali dei lavoratori. Vero. Ma decontestualizzare le celebrazioni non significa cedere alla banale tentazione di svilire il senso del ricordo per mero populismo. E nemmeno strumentalizzare la storia per demagogia. Semplicemente, per principio, insieme al concertone il 1° Maggio sarebbe doveroso celebrare le frustrazioni, le ansie e le preoccupazioni dei precari e dei disoccupati, che ormai per tradizione non hanno proprio un ca… da festeggiare.

(Immagine: VperVignetta)

L’Anagrafe dei Precari: storie dell’Italia che reagisce

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“Vogliamo contarci, perché contiamo.
Contarci per scoprire che non siamo i soli e non siamo soli.
Ci hanno contato e raccontato a modo loro.
Hanno dato i loro numeri. Adesso i numeri li diamo noi.
Non abbiamo bisogno di altri. Abbiamo bisogno di noi.
Ci hanno indeboliti, isolati e perfino umiliati.
Insieme siamo la forza lavoro di questo Paese.
Insieme siamo più forti”.

L’Anagrafe dei Precari è uno spazio virtuale nato nel 2006 per raccogliere i dati, le iniziative e le testimonianze dei tantissimi lavoratori precari presenti nel nostro Paese.
Oggi è arrivato a contare 2045 iscritti, riunendo oltre 400 racconti di storie di vita precaria tipicamente italiana. L’incertezza per il futuro, la rabbia per i contratti a tempo e per le lauree inutilizzate sono i fattori alla base della sfiducia nutrita verso le Istituzioni, nonché l’elemento che scatena quasi sempre il desiderio di fuggire all’estero.

“Io non sono neanche precaria…il peggio del peggio…vado a lavoro tutti i giorni eppure per lo stato presto il mio lavoro occasionalmente e non ho diritto a nulla…malattie ferie…se sto a casa non mi pagano…la disoccupazione? non ne ho diritto. Lavoro più dei miei dirigenti che guadagnano, quando va male, 3000 euro al mese. Io ne guadagno 3000 in un anno quando va bene. Sono laureata in psicologia e ho un master ma forse per essere assunti in quest’Italia basterebbe essere più ignoranti e conoscere le persone giuste. Non si possono più sentire queste mancanze di rispetto”. E’ lo sfogo di una giovane donna rivolto, in particolare, all’ex ministro Brunetta che definì l’esercito dei precari come “l’Italia peggiore”.

Ma agli sfoghi si alternano i consigli di chi ha lasciato il Paese e interviene dall’estero in segno di solidarietà:
“mi chiamo Marco, ho 32 anni, e scrivo dall’Australia. Mi sento di dare un consiglio: andate via dall’Italia. Capisco che non tutti possano permettersi questa scelta: alcuni hanno famiglie, mogli, figli, mutui, case e quant’altro… per tutti gli altri non abbiate paura e andatevene. Io lavoro in Australia da 3 anni, non e’ il paradiso, ma da quello che leggo non c’e’ paragone con la realta’ italiana e probabilmente europea”.

La rabbia e la delusione vengono sintetizzate anche in pochissime righe: “38 anni, laureato, mi faccio un culo cosi per un contratto a progetto che finisce nel 2012 e che al 99% non rinnoveranno (futuro disoccupato quarantenne)”.

Tuttavia, oltre ad offrire uno spazio virtuale per dare libero e comune sfogo alla propria rabbia, l’Anagrafe dei Precari offre anche consigli, sollecitando la condivisione di idee, iniziative e, più in generale, promuovere attivamente il dibattito su lavoro e giovani generazioni. Le persone segnalano puntualmente nelle apposite rubriche le manifestazioni, gli incontri o i dibattiti più interessanti su cui intervenire. Ognuno si arrangia come può, l’importante è reagire, farsi sentire per “non sentirsi soli”: questo è lo scopo principale dell’Anagrafe dei Precari.

Per scriversi occorre inserire nome, cognome, anni o mesi di precariato, professione e titolo di studio.
http://www.anagrafeprecari.it/

Iva colada: la nuova protesta dei giovani precari

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Il posto fisso è noioso, ha ragione Monti. Perciò, per brindare all’allegria di una elettrizzante vita instabile  e senza certezze, i giovani precari hanno dato vita a un presidio sotto il Ministero del Lavoro, a Roma. Il bar a cielo aperto “da Ersa e Mario”, che distribuisce in via Veneto il cocktail del momento: l‘Iva colada, i cui ingredienti di uso quotidiano sono largamente reperibili sul mercato e accessibili a tutti. La ricetta prevede infatti una dose di pagasaltuaria (in alternativa va bene anche stagenonretribuito), mischiata a una dose di pregiata fintautonomia e, per uccidere anche la monotonia più recidiva, un pizzico di malattianonpagata. Roba forte: divertimento assicurato. Il pregiato cocktail, proprio per gli effetti alienanti che scatena, non è per tutti: occorre mostrare un certificato di laurea che attesti un’età non superiore ai 28 (sfigatissimi) anni.

Il Nostro Tempo è Adesso, la rete che raccoglie sul territorio varie associazioni di giovani, portando l’Iva colada in presidio davanti al ministero, protesta ironicamente per le condizioni dei tantissimi precari italiani alle prese con disoccupazione e odiosi contratti a tempo, tutt’altro che divertenti. Si tratta dei diritti ai quali è difficilissimo avere accesso: compenso equo, malattia,  maternità,  reddito,  formazione, casa.
Questa singolare manifestazione, così colorata nonostante la crisi nera, non rappresenta solo un’ iniziativa di protesta contro le proposte di riforma del mercato del lavoro avanzate dal governo, ma anche un modo per far sentire la voce propositiva e fresca dei manifestanti.
Il comitato, infatti, ha presentato un “decalogo contro la precarietà”: 10 proposte concrete per sconfiggere le avvilenti condizioni di vita connesse a impieghi senza stabilità.

1- Contratto stabile x lavoro stabile
2- Il lavoro deve essere pagato bene
3- Continuità di reddito
4- Reddito minimo d’inserimento
5- Non e’ una vecchiaia da giovani
6- Diritto di voto, di assemblea, di sciopero
7- Maternità, paternità, diritti universali
8- Diritto ad ammalarsi
9- Formazione continua (e garantita)
10- La casa

E’ inutile tentare di strumentalizzare i giovani. La storiella del lavoro noioso perché a tempo indeterminato, tanto, non se la bevono.

Written by Cronache Bastarde

10 febbraio 2012 at 10:36