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Grecia: un Paese sotto shock

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Una crisi, esplosa a fine 2009, di cui non si vede la fine. E pensare che solamente cinque anni prima Atene aveva ospitato i giochi olimpici. Nessuno, all’epoca, avrebbe mai sospettato un simile disastro, che non ha precedenti in Europa dalla seconda guerra mondiale. La Grecia di oggi è più che mai devastata dalla disoccupazione e, mentre il governo locale svende aziende e beni pubblici, la popolazione è costretta a sopportare sacrifici sempre più estremi. Fino ad accalcarsi nelle piazze di Atene per la distribuzione di frutta e verdura offerte dai contadini. Il Daily Mail racconta di un uomo che, pochi giorni fa, è stato calpestato e ferito gravemente proprio per via della confusione causata dal cibo gratis distribuito dagli agricoltori.

I leader del vecchio continente impongono il rigore, ma non sono in grado di trovare una soluzione per aiutare l’economia greca a risollevarsi. E’ qui, allora, che il significato stesso dell’Unione Europea vacilla: all’unione monetaria non corrisponde l’unione politica e manca il sostegno fra gli Stati (che condividono, tra l’altro, una storia vecchia migliaia di anni). Se certi Paesi non vogliono sobbarcarsi i problemi degli altri, allora il termine “unione” perde di significato. E con esso il modello sociale che ne consegue.

La verità, anche se non fa più notizia, è che non c’è solidarietà fra i partner europei.
E che i greci sono stati lasciati soli, schiacciati dai debiti e dall’austerity.

(Il video qui sotto risale a tre giorni fa).

Written by Cronache Bastarde

10 febbraio 2013 at 11:25

Crisi: l’Europa spreca metà del cibo

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In Europa quasi il 50 per cento dei prodotti commestibili “viene sprecato durante le diverse fasi che intervengono tra la produzione e il consumo”: lo rende noto un articolo comparso sul quotidiano spagnolo El País.
La quantità di cibo che viene buttata ammonta a “mezzo chilo al giorno pro capite, con variazioni sensibili a seconda del paese o del settore”, specifica il giornale madrileno citando come fonte un rapporto discusso il 19 gennaio scorso al Parlamento europeo, relativo proprio allo spreco di cibo.

La discussione in questione potrebbe rappresentare un “campanello d’allarme” da non sottovalutare poichè ogni anno gli europei sprecano:
“179 chilogrammi di prodotti commestibili a testa. La maggior parte degli sprechi si verificano nell’ambiente familiare (42 per cento, di cui il 60 per cento sono apparentemente evitabili). Seguono i produttori con il 39 per cento, i fast food si fermano al 14 per cento e i distributori al 5 per cento”. Sottolineando poi che ben 16 milioni di europei ricevono un aiuto dalle associazioni benefiche, il rapporto chiede che gli avanzi vengano distribuiti ai più bisognosi anziché finire nella spazzatura.

Più in generale secondo le cifre dell’Unione europea, nei 27 stati membri nel 2009 c’erano 115 milioni di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale (23,1 per cento della popolazione), senza contare i 100-150 milioni sul filo del rasoio, a cui bastano due mesi senza stipendio e un’ipoteca da pagare per finire in miseria. Nel 2007 a rischiare la povertà erano “appena” 85 milioni. Nella lista dei nuovi poveri ci sono soprattutto  cittadini greci, spagnoli e irlandesi, ma anche francesi, tedeschi e austriaci.
In Europa il numero di disoccupati è cresciuto di quasi un milione in un anno, fino a sfiorare i 24 milioni. Il tasso di disoccupazione dell’eurozona attualmente ha raggiunto il 10,4 per cento: un record.

La situazione è particolarmente grave nell’Europa del sud, soprattutto in Spagna e Grecia, dove circa la metà dei giovani non ha un lavoro e le condizioni del mercato sono drammatiche.
In Italia la disoccupazione è attualmente al 9,2% e tra i giovani il tasso sale al 31,1%, con un incremento del 2,6% in un anno. Cifre da capogiro.

Written by Cronache Bastarde

1 marzo 2012 at 11:38